Kit : Eduard Fokker Dr.1 scala 1/72
Modello e foto: Carlo Melia
Chi come il sottoscritto è appassionato di aeronautica non può non guardare con un certo occhio benevolo quelle strane macchine volanti della WW1 fatte di tubi, tiranti e tela su cui tanti temerari, vecchi reduci di un concetto di cavalleria che si stava perdendo, hanno avuto il coraggio di affrontare avversari altrettanto coraggiosi e agguerriti in duelli che hanno fatto epoca. E come impavidi cavalieri non rinunciavano a rendersi ben visibili ai loro nemici, decorando le loro “cavalcature” con motivi sgargianti e facilmente riconoscibili, specialmente dalla parte dei Tedeschi. A questa regola non si sottrasse il sottotenente Hans Kirschstein che fece dipingere il suo triplano a strisce bianco-nere sull’ala superiore e lungo le fiancate della fusoliera con un andamento però diverso sul fianco sinistro rispetto al destro. Questo perché, data l’alta maneggevolezza del triplano, in un combattimento manovrato, il nemico avesse difficoltà nel traguardare il suo aereo. Da rimarcare che il triplano fu preso in consegna nel giugno del 1918 da Ernst Udet e quindi trasferito dalla Jasta 6 alla Jasta 4.
Il modello Eduard in 72 fa una bella figura di se: ho acquistato la confezione con due modelli e relative fotoincisioni e devo dire che guardando le stampate ci si trova di fronte ad un bel modello. Come al solito sarà poi il montaggio a secco a cambiare un po’ il giudizio. Per carità nulla di trascendentale, però….ne avrei fatto volentieri a meno. Ad esempio se si vuole inserire la struttura interna in fotoincisione bisognerà preventivamente assottigliare le pareti interne; sui montanti della capra e per i pattini alari bisognerà eliminare i perni e sostituirli con spinette in filo di rame perché troppo grossolani; la cofanatura motore andrà assottigliata nella parte interna e adattata con una buona carteggiatura alla fusoliera perché è un po’ troppo larga. Anche i piani di coda dovranno essere muniti di spine di riscontro perché altrimenti possono saltare via. Per il resto il montaggio non dà particolari problemi, se si eccettua che lo stesso andrà effettuato con le tre ali che devono essere colorate separatamente, così come la fusoliera ed i piani di coda. Per il soggetto scelto ci sono le decals della FCM ma sinceramente, visto il motivo geometrico, non me la sono sentita di acquistare il foglio anche perché ho provato a stampare il foglio d’istruzioni e ho visto che poco si adattava al mio lavoro. Quindi mano al nastro Tamiya e all’aerografo……purtroppo non ho considerato l’alta flessibilità del nastro in questione per cui al primo tentativo le strisce sono venute diciamo così un po’ storte e soprattutto mal raccordate tra il dorso ed il ventre dall’ala. Mano all’alcol denaturato e via di sverniciatura. A questo punto ho preso un’altra via: dopo aver dato il bianco ho tagliato le strisce di nastro a misura e nel posizionarle ho interposto delle strisce di egual misura di un nastro più rigido, in maniera di avere tutte le bande della stessa dimensione; primo step il dorso dell’ala. Sono passato quindi all’intradosso e questa volta ho tagliato strisce del solito nastro di circa 1 mm in modo di intercettare quelle del dorso sia nel bordo d’attacco che in quello di uscita.
Distanziandole sempre con il solito nastro rigido alla fine ce l’ho fatta, avevo un’ala “juventina” (bleah) perfetta. Stesso lavoro per la fusoliera, partendo prima dal dorso e poi facendo le fiancate con il solito metodo. Non rimane che fare i montanti e il piano di coda e l’esaurimento era assicurato. Il resto della colorazione è stato più semplice del previsto: per le zone mimetiche ho dato un fondo nocciola schiarito, anche perché la tela dei fokker non era poi chiarissimo, e, come nella realtà ho dato delle pennellate con la vernice verde oliva utilizzando i colori Vallejo molto diluiti con normalissima acqua: questo permette di raggiungere il grado di saturazione voluto. Molto utile nel montaggio delle ali è stato un attrezzino della SRAM che permette di mettere in squadro le ali.
E poi per aumentare lo stress viene la basetta. Sinceramente, forse perché non sono in grado di farli, non amo molto i ”presepi” dove l’aereo sembra essere l’ultima cosa. Mi piacciono ambientazioni un po’ più sobrie dove appare al massimo un figurino e/o un ‘attrezzatura adatta al velivolo. In questo caso ho riprodotto un tavolato di legno incidendo un pezzo di plasticard poggiandolo su un terreno riprodotto con Das e un po’ di erba. Per il resto si tratta di un modellino da consigliare a chi ha un minimo di esperienza e buona pazienza: le colorazioni fantasiose non mancano se si vuole uscire dal classico binomio triplano-von Richtofen.