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Eduard Fokker Dr.1 scala 1/72

22 Novembre, 2010 by Albert

Kit : Eduard Fokker Dr.1 scala 1/72
Modello e foto: Carlo Melia

Chi come il sottoscritto è appassionato di aeronautica non può non guardare con un certo occhio benevolo quelle strane macchine volanti della WW1 fatte di tubi, tiranti e tela su cui tanti temerari, vecchi reduci di un concetto di cavalleria che si stava perdendo, hanno avuto il coraggio di affrontare avversari altrettanto coraggiosi e agguerriti in duelli che hanno fatto epoca. E come impavidi cavalieri non rinunciavano a rendersi ben visibili ai loro nemici, decorando le loro “cavalcature” con motivi sgargianti e facilmente riconoscibili, specialmente dalla parte dei Tedeschi. A questa regola non si sottrasse il sottotenente Hans Kirschstein che fece dipingere il suo triplano a strisce bianco-nere sull’ala superiore e lungo le fiancate della fusoliera con un andamento però diverso sul fianco sinistro rispetto al destro. Questo perché, data l’alta maneggevolezza del triplano, in un combattimento manovrato, il nemico avesse difficoltà nel traguardare il suo aereo. Da rimarcare che il triplano fu preso in consegna nel giugno del 1918 da Ernst Udet e quindi trasferito dalla Jasta 6 alla Jasta 4.
Il modello Eduard in 72 fa una bella figura di se: ho acquistato la confezione con due modelli e relative fotoincisioni e devo dire che guardando le stampate ci si trova di fronte ad un bel modello. Come al solito sarà poi il montaggio a secco a cambiare un po’ il giudizio. Per carità nulla di trascendentale, però….ne avrei fatto volentieri a meno. Ad esempio se si vuole inserire la struttura interna in fotoincisione bisognerà preventivamente assottigliare le pareti interne; sui montanti della capra e per i pattini alari bisognerà eliminare i perni e sostituirli con spinette in filo di rame perché troppo grossolani; la cofanatura motore andrà assottigliata nella parte interna e adattata con una  buona carteggiatura alla fusoliera perché è un po’ troppo larga. Anche i piani di coda dovranno essere muniti di spine di riscontro perché altrimenti possono saltare via. Per il resto il montaggio non dà particolari problemi, se si eccettua che lo stesso andrà effettuato con le tre ali che devono essere colorate separatamente, così come la fusoliera ed i piani di coda. Per il soggetto scelto ci sono le decals della FCM ma sinceramente, visto il motivo geometrico, non me la sono sentita di acquistare il foglio anche perché ho provato a stampare il foglio d’istruzioni e ho visto che poco si adattava al mio lavoro. Quindi mano al nastro Tamiya e all’aerografo……purtroppo non ho considerato l’alta flessibilità del nastro in questione per cui al primo tentativo le strisce sono venute diciamo così un po’ storte e soprattutto mal raccordate tra il dorso ed il ventre dall’ala. Mano all’alcol denaturato e via di sverniciatura. A questo punto ho preso un’altra via: dopo aver dato il bianco ho tagliato le strisce di nastro a misura e nel posizionarle ho interposto delle strisce di egual misura di un nastro più rigido, in maniera di avere tutte le bande della stessa dimensione; primo step il dorso dell’ala. Sono passato quindi all’intradosso e questa volta ho tagliato strisce del solito nastro di circa 1 mm in modo di intercettare quelle del dorso sia nel bordo d’attacco che in quello di uscita.
Distanziandole sempre con il solito nastro rigido alla fine ce l’ho fatta, avevo un’ala “juventina” (bleah) perfetta. Stesso lavoro per la fusoliera, partendo prima dal dorso e poi facendo le fiancate con il solito metodo. Non rimane che fare i montanti e il piano di coda e l’esaurimento era assicurato. Il resto della colorazione è stato più semplice del previsto: per le zone mimetiche ho dato un fondo nocciola schiarito, anche perché la tela dei fokker non era poi chiarissimo, e, come nella realtà ho dato delle pennellate con la vernice verde oliva utilizzando i colori Vallejo molto diluiti con normalissima acqua: questo permette di raggiungere il grado di saturazione voluto. Molto utile nel montaggio delle ali è stato un attrezzino della SRAM che permette di mettere in squadro le ali.
E poi per aumentare lo stress  viene la basetta. Sinceramente, forse perché non sono in grado di farli, non amo molto i ”presepi” dove l’aereo sembra essere l’ultima cosa. Mi piacciono ambientazioni un po’ più sobrie dove appare al massimo un figurino e/o un ‘attrezzatura adatta al velivolo. In questo caso ho riprodotto un tavolato di legno incidendo un pezzo di plasticard poggiandolo su un terreno riprodotto con Das e un po’ di erba. Per il resto si tratta di un modellino da consigliare a chi ha un minimo di esperienza e buona pazienza: le colorazioni fantasiose non mancano se si vuole uscire dal classico binomio triplano-von Richtofen.



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Eduard Lavockin La-7 scala 1/48

10 Maggio, 2010 by Albert

Modello, testo ed immagini a cura di Mirco Bagni

Esemplare riprodotto:    La-7; pilota: Amet Khan Sultan, livrea in uso durante la East-Prussian Operation nella primavera del 1945 – 9° GFAR (Guard Fighter Air Regiment)-303° FAD (Fighter Air Regiment).
Produttore:            Eduard
Scala:                1/48
Versione scatola:        Week-end edition Scatola #8460
Decals:            Da scatola
Accessori:            Nessuno
Riferimenti:
Assi sovietici della seconda guerra mondiale – Osprey
Lavokin La-7 – MBI
https://vvs.hobbyvista.com/ (cercate anche nel forum) in particolare per la colorazione https://vvs.hobbyvista.com/Forum/showthread.php?tid=278 (in inglese)
https://www.s205409446.onlinehome.us/AWA1/201-300/walk300_La-7/walk300.htm (dal sito www.aircaraftresourcecenter.com)

Introduzione

Affascinante, trovo questo aereo semplicemente affascinante, di una strana e brutale bellezza.
Nato come sviluppo dei precedenti progetti di Lavockin; era per lo più costruito in legno con alcuni rinforzi e protezioni in metallo nella zona del motore e ai lati dell’abitacolo. Il propulsore era un radiale a 18 cilindri raffreddato ad aria di elevata potenza.
Il kit dormiva sullo scaffale di un negozio, nella sua scatoletta di cartone colorata vivacemente ma senza la classica e accattivante box-art, tipica di altri produttori. L’aereo mi piaceva, il prezzo – 13 Euro nella versione weekend – ancora di più.
Per il montaggio ho deciso di non utilizzare alcun tipo di accessorio, pensavo di riuscire a finirlo in fretta…ci ho impiegato dei mesi!…come sempre.

Il modello

Nella scatola si trovano alcune stampate di plastica grigia, una per i trasparenti, un piccolo foglio decals che consente di riprodurre un unico esemplare e il foglio delle istruzioni. Nessun tipo di accessorio come fotoincisioni o mascherine adesive, riservato alle versioni della scatola più costose. Il prezzo mi pare, comunque, più che onesto!
Il modello è piuttosto bello: fini incisioni (poche in verità, visto che l’aereo era quasi tutto in legno) alcuni dettagli in rilievo (corazzature e rinforzi); effetto tela delle superfici di controllo abbastanza ben reso; dettagli dell’abitacolo non eccezionali ma comunque presenti.
I trasparenti sono un po’ spessi ma accettabili se si sceglie di riprodurre il tettuccio in posizione chiusa. Se lo si vuole posizionare aperto sarà necessario utilizzarne uno in acetato (termoformato in proprio o acquistato come accessorio).
Le decals sono sottili e lucide, molto belle, consentono di realizzare un solo esemplare.
Le istruzioni sono abbastanza chiare, i riferimenti sono per i colori della Gunze (sia acrilici che smalto) ma attenti: i colori indicati non sembrano molto convincenti.
Due dettagli: i numeri delle varie parti non sono riportati sulle stampate ma solo sul foglio delle istruzioni, per fortuna il numero di pezzi è abbastanza esiguo.
Gli elementi principali non hanno perni di riscontro per l’unione. Questo in genere non dà problemi, basta fare attenzione e allineare bene le parti durante l’incollaggio.

Il montaggio

Abitacolo – Ho iniziato dettagliando le parti laterali dell’abitacolo con pezzetti di plastica e filo metallico di vari diametri. Il dettaglio presente, stampato direttamente sulla parte interna delle due semifusoliere, non mi sembrava abbastanza. In pratica ho aggiunto tutte le leve che comandano il motore, i flaps e gli altri dispositivi del velivolo; alcuni tubi idraulici che correvano lungo le pareti laterali ed alcuni cavi elettrici cercando di riprodurre quanto visibile nella documentazione in mio possesso. L’unico dubbio che mi è rimasto riguarda il vano alle spalle del pilota; questo ospitava l’apparato radio ed è riprodotto dalla Eduard in modo un po’ diverso da quanto ho visto in alcune foto…

Per la colorazione ho utilizzato il grigio medio della Tamiya (XF-53), dopo un lavaggio con colore ad olio molto scuro ed una passata di grigio più chiaro a pennello asciutto ho colorato i vari dettagli, una foto vale più di mille parole…
Il pannello strumenti è stato verniciato in nero, con il bianco ho colorato alcuni dettagli dei quadranti ed ho aggiunto le maniglie per il riarmo delle mitragliatrici.
Ho aggiunto alcuni dettagli anche alla cloche; le cinture del sedile sono state riprodotte con nastro Tamiya, filo metallico piegato e schiacciato e piccoli pezzetti di plastica.

Il pavimento dell’abitacolo è stampato sulla parte superiore dell’ala, su questo ho incollato le pedaliere che erano dotate di cinghie anch’esse riprodotte con una strisciolina di nastro.

Vani carrello e carrello – Il vano carrello principale è abbastanza dettagliato, anche l’originale comunque era abbastanza semplice. Ho aggiunto solo alcuni tubi.

Per la colorazione ho seguito lo stesso procedimento usato per l’abitacolo.
Le gambe del carrello principale sono molto semplici, le ho verniciate in alluminio opaco Tamiya (XF-16) mentre lo stelo dell’ammortizzatore in acciaio della serie Metalizer. Dopo averle incollate agli sportelli del vano ho aggiunto i tubi idraulici dei freni. Le ruote sono state appiattite per riprodurre l’effetto del peso e verniciate: nero il pneumatico, grigio il cerchione con la parte centrale in alluminio.

Fusoliera ali e piani di coda – Una volta incollate le semifusoliere con colla liquida e aver rinforzato alcuni punti con cianoacrilica ho inserito il pannello strumenti, il parabrezza e la parte posteriore del tettuccio (preventivamente verniciati in grigio dall’interno).
Stuccate le giunzioni e reincise le poche pannellature che si erano rovinate sono passato ad occuparmi delle ali.
Prima di tutto ho assottigliato il bordo d’uscita col taglierino usato come una raspa e successivamente carta vetrata; poi ho incollato dorso e ventre con colla liquida. Le giunzioni sono state stuccate con cianoacrilica. Un ulteriore assottigliamento del bordo d’uscita  ha concluso la preparazione dell’ala.
Prima di unire ala e fusoliera ho riprodotto le rivettature delle parti metalliche (fondamentalmente cofano anteriore, flaps, raccordo ala-fusoliera e le piastre subito dietro i tubi di scarico) nel modo seguente:

1)tracciatura delle linee dei rivetti con un pennino nero da 0.1mm (una lastrina di metallo è servita come righello)
2)leggera incisione del foro con una punta da compasso montata sul manico di un taglierino
3)foratura leggermente più profonda eseguita con una punta da trapano da 0.2mm usata a mano libera (non col trapanino!)
4)passata di colla liquida Tamyia tappo verde sui fori per eliminare le bave e successiva passata di carta abrasiva grana 1000 (dopo 24 ore per far asciugare la colla). Per eliminare la polvere che si è infilata nelle incisioni ho strofinato la superficie con uno spazzolino da denti bagnato con acqua.

Se il procedimento vi sembra lungo…sappiate che è proprio così!Per nulla impiego mesi a fare un modello! Il risultato lo potete vedere nelle foto!

I tubi di scarico (la Eduard fornisce due parti in plastica che andrebbero almeno forate) sono stati sostituiti con pezzetti di tubo metallico di circa 1mm di diametro ovalizzati schiacciandoli in una piccola morsa da tavolo.
Per facilitare l’assemblaggio dell’ala con la fusoliera ho deciso di inserire in quest’ultima dei piccoli perni di filo di rame da 0.5mm che si vanno ad inserire in fori leggermente più larghi praticati nell’ala, questo perché la giunzione di questa zona è piuttosto critica e volevo che fosse particolarmente precisa e robusta.
Per l’incollaggio ho usato cianoacrilica in gel solo in corrispondenza dei perni dopodiché, una volta asciutta, ho lasciato penetrare lungo tutta la giunzione della colla liquida Tamyia che sciogliendo la plastica riesce a sigillare le piccole fessure. Per le fessure più larghe sono ricorso di nuovo a cianoacrilica che ha funzionato anche da stucco.
Attenzione perché la linea di giunzione di queste due parti non coincide con quella dell’aereo che è curva e abbastanza complicata da reincidere (basta osservare qualche foto o dei disegni per rendersene conto); ho usato un pezzetto di nastro da etichettatrice ritagliato a dovere per fare da guida durante la reincisione.
Rimangono da incollare i piani di coda, bisogna fare solo attenzione (e non fare come il sottoscritto!) ad incollarli nel verso giusto in quanto soltanto uno di questi ha il il trim-tab, per il resto sono esattamente simmetrici.
Il cofano anteriore, un pezzo circolare sul quale vanno incollate le volate dei cannoni da 20mm ed il parzializzatore del flusso d’aria, è stato verniciato a parte.

L’ elica è costituita da tre pale separate che dovranno essere incollate su un disco che non presenta alcun riferimento, bisogna fare ad occhio! Le pale vanno passate con carta abrasiva per pulirle dalle bave ed assottigliare il bordo d’uscita, lo stesso trattamento lo subisce anche l’ogiva dalla quale bisogna eliminare la piccola protuberanza presente sulla punta.
La parte scorrevole del tettuccio è stata riprodotta in acetato termoformato utilizzando il pezzo del kit come mandrino. Ne ho fatti alcuni e poi ho scelto il migliore che ho ritagliato e rifinito utilizzando ancora il pezzo del kit come sostegno. Il telaio è stato riprodotto utilizzando delle piccole strisce di alluminio adesivo applicato con uno stuzzicadenti. Un bel tuffo nella famosa cera per pavimenti “Future” per sigillare il tutto e renderlo lucidissimo ha concluso il lavoro…si può verniciare finalmente.

Verniciatura

La parte inferiore era completamente in Blu chiaro (AMT-7), la parte superiore in grigio medio (AMT-11) con ampie strisce in grigio scuro (AMT-12). La demarcazione tra azzurro e grigio dovrebbe essere netta mentre tra i due toni di grigio è leggermente sfumata. Il muso dell’esemplare da me scelto è rosso e l’ogiva gialla, le pale dell’elica nere. Due zone rettangolari poste subito dietro i tubi di scarico erano lasciate in metallo naturale.
I colori della mimetica dei caccia dell’Unione Sovietica sono disponibili nella gamma di colori Pollyscale e qualcosa tra i Lifecolor; siccome non avevo voglia di aspettare il tempo necessario per procurarmeli (e sinceramente nemmeno di ampliare la già vasta varietà di vernici in mio possesso…) ho usato un mix di colori Gunze e Tamyia.
Detto questo… Parliamone! Quale fosse la corretta tonalità dei colori russi io non lo so (di sicuro non c’è da fidarsi di quanto indicato dalla Eduard nelle istruzioni, io li ho usati solo come base di partenza), ho cercato di farmene un’idea guardando foto di aerei restaurati, originali, foto di modelli di altri modellisti, profili a colori e cercando corrispondenze tra i colori suddetti con i Gunze o i Tamyia ecc. Alla fine ho fatto le mie scelte, delle quali sono abbastanza soddisfatto, ma non prendetele come oro colato!
Prima di iniziare ho mascherato le due zone in metallo naturale per le quali ho scelto di usare il colore Acciaio della gamma Model Master Metalizer e che preferisco applicare sulla plastica nuda, senza usare primer.
Ho voluto provare la tecnica del “pre-shading” spruzzando del nero lungo le linee dei pannelli. Forse perchè non sono ancora pratico ma alla fine non ho ottenuto l’effetto voluto. Probabilmente dovevo usare un blu sulle superfici inferiori e un grigio scuro su quelle superiori, poi spruzzare il colore finale più diluito in modo da coprire meno e lasciar vedere di più i bordi dei pannelli…sarà per la prossima volta!

Per la verniciatura della mimetica ho usato come fondo il colore indicato nelle istruzioni del kit aerografato in modo uniforme dopodiché ho usato un altro colore più chiaro e più diluito spruzzato in modo non uniforme per  far risaltare alcune pannellature, rendere il tutto meno “monotono” e raggiungere la tonalità di colore che mi pareva più convincente. Il primo colore è stato il blu che poi ho mascherato prima di spruzzare il grigio medio. Le parti in grigio scuro le ho verniciate senza l’impiego di mascherature, a mano libera e tenendo davanti foto e profili del soggetto come riferimento; pur essendo la prima volta che ci provo sono piuttosto soddisfatto del risultato.
Per il muso ho usato il rosso lucido Tamyia (X-7), per l’ogiva il giallo (X-3) e per le pale il nero opaco (XF-1).
Una mano di lucido Tamyia (X-22) ha preparato il modello per l’applicazione delle decals.
Nella tabella seguente trovate i riferimenti dei colori utilizzati.

Riferimento colore
Colore di base
Colore definitivo
Blu chiaro AMT-7
Gunze H-323
Gunze H-323 (1 parte) +
Gunze H-323 (1 parte) +
Tamyia X-2 (1 parte)   +
Diluente (5 parti)
Grigio medio AMT-11
Gunze H-317
Tamyia XF-53 (3 parti) +
Tamyia XF-2 (1 parte)  +
Diluente (7 parti)
Grigio scuro AMT-12
Gunze H-331
Gunze H-331 (2 parti)   +
Tamyia XF-50 (2 parte) +
Tamyia X-2 (1 parte)     +
Diluente (6 parti)

Decals

Avevo un paio di foto parziali ed un profilo del soggetto da riprodurre e non avendo trovato discrepanze rispetto a quanto indicato dalla Eduard ho seguito le istruzioni per il posizionamento degli stencil (pochi) e delle insegne. Il punto più critico è rappresentato dall’applicazione delle due (grosse) decal, una per ogni lato, che riproducono la freccia (insegna del reparto), il numero del velivolo e la stella rossa.
La qualità degli adesivi è eccellente! Nessun difetto, sottili, niente silvering, si adattano bene ad ogni curvatura della superficie e reagiscono bene ai liquidi (io ho usato i microscale). Gli stencil sono forniti in numero maggiore di quelli necessari…per gli sbadati.
Una seconda mano di trasparente lucido servirà per sigillare il tutto.

Finitura e dettagli

A questo punto ho mascherato con nastro Tamyia e carta igienica le zone intorno alle pannellature da verniciare in metallo naturale. Ho spruzzato su queste ultime il colore Acciaio che dopo alcuni minuti è stato lucidato con bastoncini cotonati ed un pennello piatto nelle zone più difficili. I tubi di scarico sono stati verniciati in nero opaco e poi ripassati a pennello asciutto con colore Metallo bruciato.
Le incisioni sono state evidenziate con colore marrone scurissimo “Terra di Cassel” ad olio diluito in acqua ragia. Per eliminare l’eccesso ho usato dei bastoncini cotonati oppure dei pezzetti di carta igienica (a seconda della zona da pulire) ed anche…le dita. Quando si usano le dita si riesce a lasciare un leggero alone scuro ben sfumato che contribuisce a dare volume alle superfici dell’aereo.
Sempre con il marrone ad olio ho riprodotto alcune scie e trafilamenti che partono da alcuni sportellini sulle ali e da alcuni rivetti.
Finito con i colori ad olio (vanno fatti asciugare bene prima di proseguire!) ho mascherato le zone in metallo naturale prima di spruzzare una mano di trasparente semilucido satinato della Humbroll che secondo me dà un effetto molto bello e realistico alle superfici.
Attenzione: i colori Model Master Metalizer non sono molto resistenti e si rischia di strapparne via delle zone quando si rimuove la mascheratura. Per evitare ciò ho attaccato e staccato alcune volte il nastro Tamyia sul tavolo da lavoro in modo da ridurne al minimo indispensabile il potere adesivo prima di utilizzarlo sulle parti da mascherare.
Per concludere si incollano il muso, l’elica, il tettuccio in posizione aperta (con pochissima colla vinilica), il carrello principale, il tubo di pitot  e gli sportelli dei vani carrello.
L’antenna l’ho fatta utilizzando un pezzetto di filo di rame ricavato da un cavo elettrico ed un pezzo di sprue tirato molto sottile (per le due parti che partono dalla coda). Alla fine l’ho verniciata con colore a smalto metallico (Humbroll 56).
Il tubo di pitot è stato sostituito con un tubicino metallico da 0.6mm.

Conclusioni

E’ il primo modello Eduard che costruisco e l’impressione che mi ha fatto è molto buona. Nel complesso un modello divertente da montare e dettagliare con alcune fasi del montaggio un po’ più impegnative, utili per fare un po’ d’esperienza.
Pur trattandosi di una scatola nella versione priva di accessori il dettaglio è accettabile (specialmente se si sceglie di chiudere il tettuccio) e il modello è ben stampato e la finitura delle superfici buona.
Le decal consentono di riprodurre un solo esemplare (secondo me comunque molto accattivante) ma sono di ottima qualità. Per 13 Euro non si può chiedere di più.
Il modello è dedicato a Mario Bartoli.




Archiviato in:Lavori in corso Contrassegnato con: Eduard, La-7, Lavockin

Tamiya He-162 1/48

26 Aprile, 2010 by Albert

Modello, testo e immagini a cura di Mirco Bagni
In memoria di Mario Bartoli. Questo modello era stato pubblicato originariamente sul suo sito.

Introduzione
Avevo comprato questo modello appena uscito con l’intenzione di montarlo il prima possibile. Ovviamente è finito sullo scaffale a far compagnia a decine di altri fino a che, questa estate, non mi è venuta la voglia di provare a costruire un modello in una settimana. Fra i modelli che avevo a disposizione questo mi è sembrato il candidato ideale data la semplicità del soggetto, la colorazione non troppo complicata e non ultimo il fatto che il nome Tamiya è di solito sinonimo di precisione di montaggio e ricchezza di dettagli.
Per cercare di riuscire nel mio intento ho deciso di utilizzare il sedile prodotto dalla Quickboost, di non dettagliare più di tanto il vano carrello e l’abitacolo, di riprodurre l’aereo con il vano motore chiuso (e magari montare in seguito il motore compreso nella scatola e molto bello presentandolo sull’apposito carrellino).

Il modello
Il modello Tamiya è davvero bello. La precisione degli incastri e delle varie parti è assoluta, la superficie è liscia e lucida, le pannellature incise molto finemente.
Le decals non sembrano male e comprendono, oltre alla strumentazione e le cinture di sicurezza, le svastiche (non sempre presenti in altri kit).
Unico neo la presenza dei segni degli estrattori, un po’ fastidiosa, anche se in posizione poco visibile una volta assemblati i pezzi.

Il soggetto
Delle 4 possibilità offerte dalle decals ho scelto il velivolo n°23 dello JG1 basato a Leck nel ’45 werk nummer 120230 che pare fosse il velivolo del colonnello Herbert Ihlefeld e che è stato trasportato e testato in America subito dopo la fine della guerra.

Il montaggio
Abitacolo – Il dettaglio è buono, ci sono le ordinate all’interno della fusoliera, i pannelli laterali sono separati e abbastanza ben dettagliati, il pannello strumenti è separato con gli strumenti il rilievo (non le lancette) e riprodotti anche in decal così da poter scegliere se verniciarli oppure usare l’adesivo. Il sedile (eiettabile…) è abbastanza ben riprodotto, le cinture di sicurezza sono riprodotte in decal. È possibile rimuovere il sedile una volta montato il modello grazie a due pin che si inseriscono in due apposite fessure nella paratia posteriore.
Ho verniciato l’interno in RLM 66 (Gunze H-416) poi ho effettuato un lavaggio con colore ad olio marrone molto scuro seguito da una passata di grigio chiaro Humbroll a pennello asciutto. I pannelli laterali in nero (Tamiya X-18), i vari dettagli sono stati colorati in rosso, giallo e blu seguendo foto e disegni del velivolo reale.

Ho aggiunto vari cavi e tubazioni assenti nel kit ma che, data l’ampiezza del cockpit, saranno visibili a modello finito e le cinghie sui pedali riprodotte con una strisciolina di nastro Tamiya.
Il collimatore è stato sostituito con uno che mi avanzava da un set Aires per il Me-109 G.
Il sedile eiettabile è stato sostituito con quello prodotto in resina dalla Quickboost che ha il grosso pregio di avere le cinture stampate e molto ben riprodotte ma a ben guardare presenta qualche inesattezza.

Vani carrello – Ho montato il vano carrello da scatola senza aggiungere alcunché dato che è dettagliato in modo sufficiente.
Sia il vano che le gambe del carrello, alle quali ho aggiunto i cavi e i tubi idraulici, sono state verniciate in RLM-02 (Tamiya XF-22). I cerchi delle ruote, a differenza di quanto indicato nelle istruzioni, sono state verniciate in nero semilucido (Tamiya X-18) invece che in RLM-02.

Fusoliera ali e piani di coda – Completati abitacolo e vani carrello ho chiuso la fusoliera utilizzando colla liquida Tamiya ed ho incollato la cofanatura del motore chiusa. Ho stuccato la giunzione con un filo di Super attack. Non ho unito le ali e il piano di coda alla fusoliera per poter verniciare il tutto più agevolmente, è possibile farlo poiché le giunzioni sono perfette e non necessitano di stuccature…grazie Tamiya!

Verniciatura
Ho spruzzato sulla fusoliera, sui piani di coda e sulla parte inferiore delle ali una mano di grigio RLM-76 (Gunze H-417). Successivamente ho steso il verde chiaro RLM-82 (Gunze H-422) ed il verde scuro RLM-83 (Gunze H-423) sulle zone opportune seguendo le indicazioni delle istruzioni. Non ho usato mascherature ma data la poca esperienza e forse l’uso scorretto dell’aerografo il risultato non è stato molto soddisfacente (sfumatura troppo grossolana). Ho rimediato creando una “mascheratura” con la plastilina (UHU tack) e spruzzando di nuovo il grigio.
Le zone interne dei pannelli sono state schiarite (molto leggermente) aggiungendo un po’ di bianco al colore di base.
La parte finale della gondola è nera (Tamiya X-18) e la parte finale del motore in metallo naturale (acciaio della Model master Metalizer) anche se in molte foto che ho visto era bianco…scegliete voi.
Ho verniciato la presa d’aria e l’ogiva del motore in alluminio (Model Master Metalizer), anche su questa ho qualche dubbio poiché su alcuni profili trovati su un paio di riviste è gialla. Dalle foto in B/N non sono riuscito a capire come fosse in realtà.
Il telaio del tettuccio è stato verniciato in grigio scuro RLM-66.
Dopo l’applicazione dello schema mimetico ho steso una mano di trasparente lucido (X-22 Tamiya) diluito con l’apposito diluente in proporzione di 3:2 (3 parti di diluente per 2 di vernice) per preparare la superficie per l’applicazione delle decal.

Decals
Ho applicato le decal seguendo le istruzioni e tenendo davanti un paio di foto del soggetto per evitare errori.
Le decal della scatola sono buone, un po’ spesse e opache ma aderiscono molto bene e non hanno dato problemi di silvering.
Ho sostituito soltanto le svastiche con quelle di un foglio della X-tra decals (molto fini e lucide) poiché dovevano aderire su una superficie non perfettamente piana.
Per favorire l’adesione ho utilizzato i liquidi per decal della Microscale (Micro-set e Micro-sol).
Successivamente ho sigillato il tutto con una ulteriore mano di vernice trasparente lucida alla quale è seguito un lavaggio per evidenziare le pannellature e altri dettagli con colore ad olio marrone scuro diluito con acqua ragia.

Finitura e ultimi dettagli
Dopo il lavaggio ho spruzzato una mano di trasparente semilucido della Humbroll diluito con il suo apposito diluente. Trovo questa vernice eccezionale, ha un’ottima finitura e si asciuga in fretta.
Ho riprodotto alcune sporcature nelle zone dei cannoni, dei fori di uscita dei bossoli, lungo alcune pannellature e in altre parti facilmente individuabili nelle foto con del nero opaco molto diluito, senza esagerare.
A questo punto ho potuto assemblare alla fusoliera le ali, il carrello i piani di coda ed il tettuccio. Per posizionare aperto quest’ultimo ho dovuto aggiungere alcuni “anelli” (6 in tutto) e l’asta che lo tiene in posizione riproducendoli con filo metallico di diametro opportuno proveniente dalle corde di una chitarra acustica.
Per ultimi ho aggiunto i dettagli più fragili: il tubo di pitot sul muso (che ho rifatto in metallo) e l’anello dell’antenna sul cofano motore (rifatto con una strisciolina di metallo piegata).

Conclusioni
Non sono riuscito nel mio intento di completare il modello in una settimana. Ne ho impiegate quattro, la prima lavorandoci diverse ore al giorno e le altre tre a ritmi molto più blandi (circa un’ora e mezza al giorno per quattro giorni alla settimana). Il kit Tamiya è davvero ottimo e con poco lavoro può essere migliorato per ottenere un risultato soddisfacente senza bisogno di spendere altri soldi per l’aftermarket. Volendo c’è comunque sempre spazio per il superdettaglio, a voi la scelta. La facilità di montaggio e la precisione di questo kit sono esemplari e la possibilità di montare il motore sull’aereo col vano aperto oppure su un apposito carrellino  separato (opportunità che non ho sfruttato) è davvero lodevole!

Di seguito un po’ di foto del modello finito






Archiviato in:Lavori in corso Contrassegnato con: 1/48, he-162, Tamiya

W.I.P. Panzer III Ausf.J Dragon 6394 1/35 – Parte 2

20 Gennaio, 2008 by Albert

Finalmente ho trovato un pò di tempo per poter aggiornare questo lavoro. Nel frattempo ho trovato qua e la qualche piccola inesattezza nel montaggio di alcuni piccoli componenti, inezie a cui porrò rimedio nelle fasi finali del montaggio. Per prima cosa ho provveduto ad assemblare i parafanghi allo scafo. Per ottenere il miglior assemblaggio e la loro corretta posizione, ho provveduto subito ad installare anche le tre parti che compongono la parte superiore dello scafo. Combinandosi tra loro, riescono a dare solidità e precisione di assemblaggio al carro.

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Mentre lo scafo si incollava, ho provveduto a ripulire tutti gli attrezzi dai relativi ganci di fissaggio. Dopo 24 ore di riposo (mio e del carro, hehehe 🙂  ) ho incollato i supporti inferiori dei parafanghi che avevo tralasciato nella parte iniziale. L’incollaggio e l’adattamento dei supporti non ha presentato nessun problema. Ho scelto di utilizzare i ganci di fissaggio fotoincisi della Lion Roar e pian piano, con molta pazienza, ho iniziato ad posizionare ganci e attrezzi. Il lavoro è davvero snervante, ogni gancio è composto da 3 minuscole fotoincisioni. Pazienza, cianoacrilato e lenti d’ingrandimento sono i vostri migliori alleati per questo genere di lavori. Ora che avete gli strumenti adatti ancora a portata di mano, con un ultimo sforzo, potete incollare le fotoincisioni che vanno a completare le piastre di protezione frontale.

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Prima di iniziare a lavorare sulla torretta ho completato la parte anteriore del carro con i supporti per i cingoli di ricambio (che avevano anche la funzione di corazzatura aggiuntiva). Ho assemblato alcune maglie di cingoli avanzate e le ho inserite nei supporti (senza incollarli per ora).
Nella parte posteriore, su cofano motore, ho provveduto a stuccare i fori che permettevano l’inserimento dei fermi/guide dei cavi metallici per il traino d’emergenza del mezzo. Li ricostruirò successivamente utilizzando una sottile lamina di alluminio.

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E’ il momento di dedicarsi alla torretta. Dopo aver individuato l’opzione corretta per il mio carro, le istruzioni si seguono senza grossi problemi. Ho deciso di tenere eventualmente aperti solo i portelli della cupola, per cui non mi dannerò tanto con gli interni (per una volta! viva i carri! 🙂 ) Ho assemblato gli iposcopi mascherando la parte trasparente con un velo di maskol. Se avrete assemblato tutti i componenti correttamente il brandeggio del cannone resterà mobile e vi permetterà di posizionare l’arma come più vi aggrada.

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Ora è il momento fatidico, dove unendo torretta e scafo il carro prenderà inequivocabilmente forma.

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Ci siamo quasi, ora la verniciatura si avvicina sempre di più, rimangono solamente da aggiungere qualche piccolo dettaglio e preparare casse, taniche, teli, etc etc da posizionare sulla parte posteriore del carro. Questo sarà l’argomento della terza parte di questo mio primo (non sparate all’aeroplanaro!!!) wip dedicato a un carro.

Bye for now! 🙂

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W.I.P. Panzer III Ausf.J Dragon 6394 1/35 – Parte 1

10 Novembre, 2007 by Albert

Panzer III Ausf.J Dragon 6394

Ecco il mio primo W.I.P (work in progress), già, anomalo modo di esordire per uno che costruisce principalmente aerei, direte voi… Ebbene si, sono un “pentatleta” costruisco un pò di tutto e in tutte le scale. Generalmente acquisto pochissime scatole di carri e la scelta viene fatta principalmente tenendo conto piu alla qualità della realizzazione che al soggetto. Costruisco carri per distrazione, per sperimentare nuove tecniche e generalmente non utilizzo accessori aftermarket per migliorare il carro (ecco perche compro kit in base alla qualità con cui sono realizzati piuttosto che puntare al soggetto)

Ho voluto iniziare con un Panzer III della Dragon semplicemente perche è uno dei migliori kit degli ultimi periodi, dettaglio strepitoso e massima fedeltà sono le sue caratteristiche principali.

Potete consultare alcune recensioni cliccando nei link qui sotto:

Perth Military Modelling Site

Armorama

Durante la costruzione mi sono avvalso dello splendido lavoro di Rick Lawler nel forum di PlanetArmor che si può trovare qui.

L’obbiettivo finale è quello di realizzare un Panzer III con corazzatura aggiuntiva e dotato del cannone Kw.K 39 L/60 (a canna piu lunga) e ambientato nella battaglia di Stalingrado del 1942.

Panzer III Ausf.J Dragon 6394

Treno di rotolamento

Panzer III Ausf.J Dragon 6394 Seguendo le istruzioni (attenzione, ci sono degli errori nell’indicazione dei pezzi, guardate su PlanetArmor, seguendo il link che ho indicato, tutte le correzioni ai problemi) iniziamo il lavoro con la preparazione del treno di rotolamento. Il lavoro sarà tedioso, poco impegnativo e vi porterà via un bel pò di tempo. Un unica nota riguarda la correzione da fare alla scritta CONTINENTAU. Utilizzando un cutter con lama sottile e ben affilata sarà facile modificarla in Continental.

Scafo

Sopravvissuti alla massacrante fase di preparazione delle ruote, passiamo alla costruzione dello scafo. Anche qui,il lavoro sarà principale di ordinaria amministrazione. Nella mia costruzione ho cercato di curare bene la pulizia e la rifinitura dei pezzi, per non avere complicazioni in seguito. Il kit è ben realizzato e con piccole prove a secco si elimina quasi del tutto l’utilizzo dello stucco. La parte posteriore presenta qualche difficoltà in più, specialmente nella zona delle marmitte, principalmente dovuta all’alto numero dei pezzi che compongono questa sezione. Per finire piccola nota sui supporti dei parafanghi, ho preferito non incollarli per ora, aspettando di fare qualche test a secco con l’assemblaggio dei parafanghi allo scafo.

Se siete sopravvissuti fino a qui il risultato dovrebbe essere più o meno questo:

Panzer III Ausf.J Dragon 6394 Panzer III Ausf.J Dragon 6394 Panzer III Ausf.J Dragon 6394

Cofano Motore

Panzer III Ausf.J Dragon 6394 Ho per il momento saltato la fase di assemblaggio degli accessori e attrezzi vari sui parafanghi. Ho intenzione di aggiungere qualche piccolo dettaglio fotoinciso sostituendo i ganci e gli attacchi degli attrezzi che risultano poco realistici e non in scala. Tornando al nostro cofano motore, la realizzazione non richiede particolari destrezze, pulizia dei pezzi, ordine e allineamento del montaggio anche qui sono le parole chiavi. Ho preferito omettere per ora i supporti per i cavi di traino e i cavi stessi in quanto non ho ancora bene in mente come organizzerò questa zona. Se osservate le foto, generalmente i carristi utilizzavano questa parte del carro per stipare casse, taniche, scatole, teli, cingoli di scorta e quant’altro potesse essere utile nel campo di battaglia.

Cingoli

Due palle, esattamente…
Procedendo con metodo ho iniziato ad assemblare 5/6 maglie fra di loro per poi unire questi piccoli spezzoni fino a formare l’intero set di cingoli. Ho utilizzato pochissime gocce di colla Tamiya tappo verde per ottenere un incollaggio non rigido delle maglie in modo che il posizionamento finale non venisse compromesso. Ho preparato lo scafo unendo in maniera provvisoria tutte le ruote del treno di rotolamento (allo scopo si può usare maskol o Pattafix) e ho sagomato i cingoli sul loro percorso. Un paio di monetine disposte nella parte superiore dei cingoli ha creato l’effetto peso. Il risultato sarà più o meno questo:

Panzer III Ausf.J Dragon 6394 Panzer III Ausf.J Dragon 6394

Dopo aver lasciato i cingoli asciugare per una notte, possiamo rimuovere tutto il treno di rotolamento e metterlo da parte per le fasi di colorazione successive. Ora che i cingoli sono costruiti possiamo ripassare, sempre con la colla liquida, il fissaggio delle maglie per rendere le giunzioni più forti.

Panzer III Ausf.J Dragon 6394

Nella prossima parte, vi farò vedere la realizzazione dei parafanghi e della parte superiore dello scafo. Bye for now! 🙂

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